Componenti elettroniche: situazione dei prezzi in Italia 
 

L'hanno chiamata chip crunch: gli analisti identificano così la carenza di microchip che ha caratterizzato il mondo da un biennio. Le principali tendenze nel settore delle componenti elettroniche, in Italia, sembrano, però, differenti e vertono verso un moderato ottimismo

Rincari al massimo storico
 

La giungla dei prezzi ha intaccato diversi settori: oltre a quello dei dispositivi elettronici, anche quello delle auto: in Italia i rincari, nel 2022, si attestano intorno al +61% per le schede video, al +30% per tablet e fotocamere digitali, al +17% per i computer e al +8% per le console di gioco. Nel primo semestre di quest'anno, il costo degli smartphone è cresciuto del +21% rispetto al 2021. 

Più cari anche gli elettrodomestici: i piani cottura registrano il +14%, i frigoriferi il + 6%, i televisori si fermano al +5% e le lavastoviglie al +3%. 

Anie: lo choc del 3+2
 

Lo scenario italiano, secondo il presidente di Anie (Associazione Nazionale Industrie Elettrotecniche di Confindustria), Filippo Girardi, è complesso: i rincari delle commodities energetiche e il calo di produzione dovuto alla carenza di materie prime hanno fatto crescere i fatturati in maniera irregolare.  

Girardi lo chiama lo choc del 3+2: 3 fattori principali (le interruzioni delle catene di approvvigionamento causate dai lockdown cinesi legati al Covid-19, l'irreperibilità di componenti elettroniche e materie prime e il contraccolpo della guerra in Ucraina) hanno scatenato 2 effetti. Il primo è che in Italia, secondo il presidente di Anie, il Pil è calato di 2,2 punti, il secondo consiste nel fatto che l'Italia ha reagito assumendo un ruolo in prima fila su più fronti: dal piano transizione 4.0 alle proposte presentate all’European Chips Act, che Bruxelles ha predisposto per superare la carenza europea di microchip. Il 73% delle aziende elettrotecniche e l’86% di quelle elettroniche ha risposto alla crisi innovando, perché "gli italiani non innovano a causa dello choc di mercato - sostiene Girardi - gli italiani innovano da sempre per stare sul mercato". 

La domanda si riduce e preannuncia un'inversione di tendenza 
 

Se la legge fondamentale del mercato è che i prezzi aumentano parallelamente alla domanda, allora l'Italia potrebbe la capofila europea dell'inversione di tendenza. Mentre durante la pandemia, per esempio, la domanda di dispositivi elettronici è aumentata, oggi il potere di acquisto delle famiglie non riesce a sostenere l'inflazione: il risultato è che gli italiani decidono di rinunciare a ciò che è considerato superfluo, tagliando, in primis, le spese in tecnologia e riducendo, di conseguenza, la richiesta di processori e semiconduttori. Risultato: entro fine anno, le vendite di smartphone potrebbero calare di circa il 7%, quelle e quelle di computer e tablet di circa il 9%.  

Auto: la crisi allenta 
 

Il chip crunch ha causato un rallentamento della produzione, nel settore automobilistico, con consegne ritardate di mesi. La conseguenza italiana è stata che il mercato delle auto usate è lettaralmente esploso: i veicoli di seconda mano sono praticamente stati introvabili, durante tutta l'emergenza. Nel frattempo, le aziende italiane, al pari delle straniere, hanno cercato soluzioni alternative: Stellantis, per esempio, è tornata all'analogico per alcuni modelli.  

Ora, però, l'emergenza sembra in fase di rientro e proprio il settore automobilistico è tra i più fiduciosi che il peggio sia ormai alle spalle: la carenza di semiconduttori è parzialmente diminuita, secondo i comunicati delle case italiane, e la produzione sta aumentando. Entro l'anno, dunque, si potrebbe tornare alla normalità.  

A vedere un miglioramento è Ducato. I responsabili aziendali, infatti, fanno sapere che le carenze di chip, sebbene non ancora risolte, siano ben lontane dai livelli dello scorso anno, che gli impianti sono in funzione, che non si accusano interruzioni legate alle forniture di chip e, dunque, che dopo due anni di difficoltà esasperate, la fine del tunnel finalmente si vede. 

Componenti elettroniche: criteri di scelta
 

Di fronte alla carenza di microchip e semiconduttori, il problema delle aziende non è stato tanto risparmiare, quanto non arrestare le catene di produzione, accettando finanche ritardi esorbitanti nella consegna delle forniture. 

Di conseguenza, la scelta dei fornitori si è orientata sulle grosse società, capaci di assicurarsi grossi ordini e garantire le disponibilità.  

Il crip crunch ha generato, però due nuove tendenze e una di queste promette di costituire una soluzione di largo respiro nel breve periodo. 

Il riciclo per diventare autonomi 
 

Di fronte all'irreperibilità delle materie prime, l'Italia ha cominciato a fare ricorso al riciclo. La sfida è partira da Erp Italia, che si occupa di gestire i rifiuti di dispositivi elettronici, accumulatori e pile. In futuro, secondo Alberto Canni Ferrari, procuratore speciale del Consorzio, il riciclo potrebbe costituire uno strumento di indipendenza rispetto alla necessità di importare materie prime. 

L'exploit delle piattaforme 
 

La seconda tendenza è costituita, per le aziende, dal ricorso alle piattaforme, collegate a loro volta a centinaia, se non migliaia di produttori, indispensabili a reperire gli introvabili del mercato. L'aumento del giro di affari di questi marketplace del B2B promette per i prossimi sette anni, incrementi a due zeri, ricalcando il successo del B2C.